di Franco Arese
Da atleta partecipai sempre
con grande entusiasmo al Campaccio anche perché ho sempre considerato i cross
come la vera scuola di fatica e di preparazione invernale per un mezzofondista.
Cosa che purtroppo oggi tende
lentamente a sparire.
Da atleta mi ricordo l'anno
1971, 15esiam edizione, quando arrivai secondo dietro l'etiope Wohib Masresha e
davanti a Giusppe Cindolo. Che fatica! Terreno fangoso, in parte si correva
dove era stato tagliato il mais il che rendeva il percorso accidentato e non
livellato con la conseguenza che era molto difficile trovare degli appoggi
stabili.
Mi ricordo sempre grandi
campioni che hanno partecipato a questo evento. Ricordo Ambu, Korica, Ortis,
Fava, Cova, Bordin, Panetta…
Come Presidente della
Federazione ho in mente quella fantastica edizione dei Campionati Europei di
Cross del 2006 con straordinari risultati della Squadra Azzurra in tutte
le categorie, ad iniziare dal successo tra i giovani di Andrea Lalli.
Il Campaccio, è ancora oggi un
cross con la A maiuscola… Ed è per questo che sono convinto che la sua
tradizione, malgrado la difficile situazione economica del paese che rende
difficile reperire sponsor, possa continuare anche nel prossimo futuro.
Perché per avere un futuro,
sono indispensabili il passato ed il presente!
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