Yeman Crippa vince il Campaccio Junior nel 2013 Foto di Giancarlo Colombo |
(San
Giorgio su Legnano) – Yeman Crippa per la prima volta al Campaccio tra i
grandi. Già l’ha corsa la gara di San Giorgio Su Legnano vincendone diverse
edizioni delle categorie giovanili, ma ora, mercoledì 6 Gennaio sarà finalmente
in gara con i più forti al mondo della corsa campestre.
Dovrà
sfidare il keniano Thomas Longosiwa medagliato olimpico, l’etiope Imane Merga
entrambi incontrati alla BoClassic il 31 dicembre, poi Albert Rop vincitore del
2014, ma sarà ancora più intrigante la sfida nella sfida contro i pari età
specialisti della corsa in montagna. Parliamo dell’etiopeAsin Haji argento ai
mondiali Juniores nel 2014 sui 5000 metri ma soprattutto campione mondiale
junior di cross nel 2015 e l’ugandese Abdalhah Mande campione del mondo junior
di corsa in montagna nel 2014 e 5° ai campionati mondiali junior nei 10000
metri nel 2014.
Yeman
Crippa, è il più forte tra i giovani d’Europa nella corsa campestre, oro
europeo junior nel 2014 e oro vinto ancora poche settimane fa nel sud della
Francia. E’ il terzo nella storia degli eurocross a fare doppietta tra gli juniores, prima di
lui solo il russo Yevgeniy Rybakov (2002 e 2003) e l’ungherese Barnabas Bene,
tra gli azzurri solo Andrea Lalli vinse un oro nel 2006.
Il
destino è nel suo nome completo, Yemaneberhan, che in amarico significa “Il
braccio destro di Dio”, perché nel 2003 la sua vita cambiò per sempre grazie a
Roberto e Luisa Crippa, coppia milanese.
"Roberto
e Luisa mi prelevarono da un orfanotrofio di Addis Abeba dove mi ero rifugiato
dopo che la guerra civile etiope aveva ucciso i miei genitori - afferma Yeman -
vivevamo nel Nord Est del Paese, poi scappammo. Io fui il primo ad arrivare in
Trentino, con due mie sorelle, poi nel 2005 ci hanno raggiunti i tre fratelli,
e nel 2008 altri due cugini. Abbiamo sempre vissuto in una casa enorme a
Montagne, poco distante da Tione, che mio padre, ex agente di commercio, ha
trasformato in una casa di riposo per persone disabili”.
E
poi ricordi che affiorano nella mente del campioncino: "Sono tornato
l'ultima volta nel 2008 ma non ricordo ormai più la lingua, chissà forse un
giorno riuscirò a tornare per costruire
un ospedale o una scuola. Mi vengono spesso in mente i momenti che trascorrevo
quando ero bambino e giocavo a rincorrere le mucche oppure facevo lunghe
camminate per prendere da bere. Con gli altri bambini non stavamo mai fermi. Là
c’era la semplicità delle piccole cose, qui ho tutto, sono fortunato”. Un vita
segnata, ma per fortuna qualcuno anni fa si è accorto di lui: "Giocavo a
calcio nel Val Rendena e nel Tione ma gli allenatori notarono subito che
correvo forte, iniziai ad allenarmi nell’Atletica Valchiese con il tecnico Marco
Borsari che è mancato nel 2011. Da allora io e mio fratello siamo allenati da
Massimo Pegoretti ex Fiamme Azzurre”.
Qualcosa
è cambiato ancora nella sua vita, grazie anche al fratello Neka:
"Nekagenet è in nazionale con me, predilige distanze leggermente più
lunghe, fino alla mezza maratona, distanza che io invece non ho mai corso. Ora
da quando siamo diventati professionisti entrando nel gruppo sportivo delle
Fiamme Oro viviamo insieme a Trento dove abbiamo affittato una casa vicino alla
pista d’atletica. Gli altri fratelli, che vanno dai 16 ai 26 anni, sono i
nostri primi tifosi”.
E
ora? Ora si fa sul serio..."Non ho nulla da perdere e tanto da imparare.
Mi butterò come sempre nella mischia,
come ho fatto già alla BoClassic il 31 dicembre dove sono arrivato dodicesimo.
E poi già da quest’anno voglio vestire la maglia azzurra assoluta in luglio
quando ci saranno i campionati europei di Amsterdam. Voglio qualificarmi nei
5000 metri, devo fermare il cronometro almeno a 13’40”, mentre io ho un primato
personale di 13’58”. Sarà difficile ma con il cross del Campaccio che correrò
mercoledì 6 gennaio farò la mia prima vera gara tra le Promesse under 23. Farò
esperienza cercando di arrivare almeno tra i primi dieci nella gara
Assoluta".
E
poi ci sono i sogni, quelli grandi, quelli a cinque cerchi: "Devo
migliorare fisicamente nella resistenza alle più lunghe distanze, nei 5000 o
10000 metri, ma serve crescere anche nell’aspetto mentale. Correrò a un ritmo
più lento ma per più tempo, devo imparare a divertirmi anche in questo. Olimpiadi? Certo che ci spero, ma se saranno
forse sarà Tokyo 2020, la vedo quasi impossibile per Rio”. Italia o Etiopia nel
suo cuore? Yeman ha le idee chiare: "“Italiano ma senza dimenticare le mie
origini. Agli eurocross mio padre mi ha abbracciato tenendo in mano sia la
bandiera italiana che etiope. E' stato fantastico anche perché era la prima
volta che mi veniva a vedere in una gara all’estero”.
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